1° novembre 2017 SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI – 2017

1° novembre 2017 SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI – 2017

La felicità è la vocazione dell’uomo e la sua ricerca è un assillo di tutti. Le Beatitudini ci presentano la via della felicità: povertà, mitezza, misericordia, purezza del cuore, pace, perdono, sofferenza senza venir meno alla fede.

MODELLI DI VITA E POTENTI INTERCESSORI

Santa Maria Domenica Mazzarello, S. Giovanni Bosco, S. Giovanni Paolo II, S. Pio da Pietrelcina, S. Teresa di Calcutta.
L’ODIERNA liturgia si apre con l’invito alla gioia: «Rallegriamoci tutti nel Signore in questa solennità di tutti i santi». L’invito è motivato dalle parole con cui Gesù chiude il discorso delle Beatitudini: «Rallegratevi ed esultate». Il testo dell’Apocalisse (I Lettura) ci mostra la moltitudine degli eletti che accorrono dai quattro angoli della terra: sono di ogni nazione, razza, lingua, popolo. Dopo essere stati purificati dai loro peccati per le prove sopportate e per il sangue dell’Agnello, sono introdotti in cielo per partecipare all’eterna liturgia. Un messaggio di speranza per i cristiani di ieri e di oggi. 
La prima lettera di Giovanni (II Lettura) descrive il percorso impervio e faticoso che i fedeli intraprendono ogni giorno per sconfiggere il male e l’incredulità che li circondano, confidando nell’infinito amore del Padre celeste. Nel Vangelo Gesù espone di fronte alla folla accorsa per ascoltarlo, le linee fondamentali del cammino verso la santità: le Beatitudini. I poveri, gli oppressi, gli amanti della giustizia, gli operatori di pace sono invitati alla gioia. Le porte del Regno sono aperte per loro. Questa è la nostra speranza. 

Domenico Brandolinossp

 

 

 

 

 

 

 

 

CONTEMPLIAMO IL VOLTO DI CRISTO CROCIFISSO

Crocifisso conservato ad Assisi, nel Santuario di San Damiano. Le foto che riproduciamo per gentile concessione delle Edizioni DACA - Assisi.
CHE SORRIDE 
FRA’ Innocenzo da Palermo scolpì (1630) un Crocifisso che, a seconda dell’angolo di osservazione, appare sorridente, agonizzante o ormai morto. Perché Gesù sorride, pur in mezzo ai dolori più atroci sulla Croce? Perché con il suo inenarrabile dolore sulla Croce redime l’umanità. 
Il suo amore è fonte di gioia perché è fonte di salvezza. La Croce di Gesù è la sua gloria (Cfr Gv 12,23). La scaturigine profonda della gioia di Gesù proviene dalla consapevolezza di essere intimamente unito al Padre. È una reciproca inabitazione (Cfr Paolo VI, Gaudete in Domino, 1975). Dall’alto della Croce guarda Maria, guarda il discepolo amato: in lui vede tutti i suoi discepoli. E sorride. Sorriderà anche guardando noi? 

 

 

 

 

 

 

 

Crocifisso conservato ad Assisi, nel Santuario di San Damiano. Le foto che riproduciamo per gentile concessione delle Edizioni DACA - Assisi.
CHE È IN AGONIA 
AGONIA di Gesù: è l’ultima lotta contro il “potere delle tenebre”. Apparentemente sembra che le tenebre della violenza, della miscredenza, della iniquità, del male, abbiano partita vinta. 
Gli avversari di Gesù lo scherniscono: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso» (Mc 15,31). 
E Gesù sembra definitivamente sconfitto, un Dio scandalosamente debole, impotente di fronte alla furia omicida di coloro che Lo vogliono sopprimere. 
Ma in realtà nella sua agonia è proprio Gesù che riesce vittorioso. L’amore Lo ha tenuto inchiodato in Croce. Con il suo amore ci ha salvato. Il suo amore vince. Ecco l’agonia vittoriosa di Gesù. 

 

 

 

 

 

 

Crocifisso conservato ad Assisi, nel Santuario di San Damiano. Le foto che riproduciamo per gentile concessione delle Edizioni DACA - Assisi.
CHE MUORE 
GESÙ, sulla Croce, accoglie la morte. Mistero profondo: La “Vita” (Gv 14,6) muore. La terra trema. Il cielo si oscura. Gesù entra nelle tenebre più profonde. È l’estremo limite del dolore umano. È l’estremo amore di Cristo: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici » (Gv 15,13). 
L’amore di Gesù per noi è un amore che è andato sino in fondo, un amore che non si è fermato neanche dinanzi al sacrificio supremo. Il suo Volto esprime la pace, che Lui dona a noi. 
E la Croce, dove Gesù muore, diventa per tutti noi l’altare della sua immolazione, la cattedra da dove Egli ci comunica le verità decisive per la nostra vita, il trono dove trionfa la sua regalità di amore. 

Mons. Giuseppe Greco 

«O CROCE DI NOSTRA SALVEZZA, / albero tanto glorioso, / un altro non v’è nella selva, / di rami e di fronde a te uguale. / Compiuti trent’anni è conclusa / la vita mortale, il Signore / offriva se stesso alla morte / per noi, Redentore del mondo; / in croce è innalzato l’Agnello / e viene immolato per noi» (Dalla Liturgia romana del Venerdì Santo, Inno). 

GUARDIAMO A MARIA «Maria stava lì, ai piedi della croce. Nessuno di noi può dire quale sia stata la passione più crudele: se quella di un uomo innocente che muore sul patibolo della croce, o l’agonia di una madre che accompagna gli ultimi istanti di vita di suo figlio» (Papa Francesco, Udienza del 10 maggio 2017). 

«QUESTA NOTTE NON GUARDIAMO AI CHIODI DELLA CROCEcome a uno strumento di dolore, guardiamo al legno come a un piccolo aeroplano che porta a Dio. Portiamo la croce con gioia, con fede e soprattutto aiutiamo chi la sta portando accanto a noi» (Tratto da “Io e il Papu”, di Luigi Garlando, pag. 224, Rizzoli Libri 2017) .

 

 

INDULGENZE PER I DEFUNTI

Si ha la possibilità di lucrare l’indulgenza plenaria in suffragio dei defunti, una sola volta, se confessati e comunicati, si visita una chiesa e si recitano il Padre nostro, il Credo e una preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre. Tale facoltà vale da mezzogiorno del 1° novembre a tutto il giorno successivo. Dal 1° all’8 novembre a chi visita il cimitero e prega per i defunti è concessa l’indulgenza plenaria alle solite condizioni.

Preghiera dei fedeli

C – Fratelli e sorelle, nella solennità di tutti i Santi ci rivolgiamo a Dio con fiducia perché ci conceda di attuare, sul loro esempio, il programma di vita delle Beatitudini. 

Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore. 

1. Perché, poveri in spirito, comprendiamo che solo Dio è il nostro vero bene e che nulla lo può sostituire, preghiamo: 

2. Perché, mossi dalla carità di Cristo, accogliamo con misericordia e tenerezza quanti si affidano alle nostre cure, preghiamo: 

3. Perché, come discepoli del Dio della pace, promuoviamo di cuore la concordia e l’intesa quali vie di riconciliazione tra i popoli e le nazioni, preghiamo: 

4. Perché, resi partecipi della passione di Cristo, accogliamo le prove della vita come via sicura verso la gioia del cielo, preghiamo: 

Intenzioni della comunità locale

C – Signore Gesù Cristo, tu sei venuto tra noi per portarci la salvezza. Donaci il tuo Santo Spirito perché, da lui illuminati e fortificati, camminiamo in santità di vita verso la casa del Padre. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

A – Amen.

Salmo responsoriale e accompagnamento

Salmo

PROPOSTA PER I CANTI: da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei, Ed. 2009, 5 Ristampa. 

Inizio: Cieli e terra nuova (447); Noi canteremo gloria a te (682). 
Salmo responsorialeRitornello: M° A. Parisi; Ti lodino i popoli, o Dio (109). 
Processione offertoriale: Confitemini Domino (631). 
Comunione: Noi veglieremo (690); Passa questo mondo (702). 
Congedo: Gioia del cuore (648).

ACCOMPAGNAMENTO
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Accompagnamento