Le uniche fonti testuali che riferiscono della nascita di Gesù sono i Vangeli di Matteo e Luca, che però non forniscono indicazioni cronologiche precise. Da queste vaghe informazioni è comunque possibile dedurre un probabile intervallo di tempo in cui collocare l’evento: il Vangelo di Matteo dice che Gesù nacque “nei giorni del re Erode”, che regnò presumibilmente tra il 37 a.C. e il 4 a.C., anche se non si può escludere che nel 4 a.C. egli abbia semplicemente associato al regno i suoi figli. Matteo racconta dell’intenzione di Erode di uccidere i bambini di Betlemme sotto i due anni (strage degli innocenti), e questo suggerirebbe che Gesù fosse nato uno o due anni prima dell’incontro di Erode coi magi. Fin dai primi secoli, i cristiani svilupparono comunque diverse tradizioni basate anche su ragionamenti teologici e fissavano il giorno della nascita in date diverse, tanto che il filosofo Clemente Alessandrino (150 – 215 d.c.) annotò in un suo scritto: “Non si contentano di sapere in che anno è nato il Signore, ma con curiosità troppo spinta vanno a cercarne anche il giorno”
Il termine Natale significa “il giorno della nascita” e indica per antonomasia il giorno della nascita di Gesù Cristo. Anche se la Bibbia non rivela la data in cui nacque Gesù e, come abbiamo visto, sono inesistenti fonti che certifichino l’evento, la sua nascita viene festeggiata il 25 dicembre.
Ma perché è stata scelta proprio questa data e a partire da quando?
La prima testimonianza sull’esistenza della festa di Natale nel giorno del 25 dicembre risale al 354 d.C., documentata da un antico almanacco.
Ma perché fu scelto proprio il 25 dicembre?
Pare che ci sia un nesso di continuità con quella che era già una festa pagana esistente proprio in quei giorni. Infatti, il 25 dicembre era già da tempo la festa del “Sole vittorioso” (Sol Invictus), un’occasione in cui si celebrava la vittoria del Dio Sole sulle tenebre: secondo i Romani proprio in quel periodo avveniva il solstizio d’inverno, momento a partire dal quale le ore di luce aumentavano a scapito del buio.
Sempre in quel periodo i romani celebravano i saturnali per onorare Saturno, dio dell’agricoltura: si tratta di una festa in cui il Sole rinato era segno dell’approssimarsi della primavera portatrice di nuovi frutti, e per questo ci si scambiava ricchi doni tra amici e parenti.
Attorno al 350 d.c., Papa Giulio I trasformò questa festa pagana in una festa cristiana, dichiarando il 25 dicembre anniversario della nascita di Cristo. Venne logica la continuità di significato tra l’antica festa e la nuova tradizione, mantenendo la stessa data per la celebrazione della nascita di Gesù, dal momento che Cristo rappresenta la vittoria della luce sulle tenebre e quindi del bene sul male.
Fu così che il 25 dicembre non fu più festeggiato come festa del “Sole vittorioso”, bensì come “Nascita di Cristo” (Natale), cioè di colui che porta la luce nel mondo. Al di là da queste considerazioni il Natale, da allora, continua ad essere una festa molto popolare (non solo per i cristiani) nonché un giorno felice in cui stare in famiglia e scambiarsi i regali.